La poltrona verde
Nella penombra della stanza, il mio sguardo si posò sulla poltrona verde, girata verso la finestra. Tutto sembrava diverso,una leggera musica di sottofondo dava a quella luce soffusa un'atmosfera magica. Con leggero tremore mi avvicinai, erano anni che non avvertivo quel fremito, quel sussulto, sentivo una sensazione nuova. Chi sedeva in quella poltrona? Ero emozionata, quella presenza turbava anche l'aria intorno a me! Mi fermai per osservare meglio, una nuca sporgeva appena, quella musica, quella luce, un respiro familiare mi confondeva, ero come stregata, ma sentivo il cuore pulsare, correre in cerca dei perché, il cuore batteva forte, cosa facevo in quella stanza?
E perché ero attratta da quella poltrona verde? Perchè le emozioni che sentivo dentro di me si inseguivano e cercavo di fermarli? Di cosa avevo paura? Rimasi immobile per ascoltare quelle vibrazioni, appoggiata alla parete della stanza alzai lo sguardo al soffitto, aveva un colore diverso, tutto era diverso. Mille pensieri si accavallavano, una gara ad ostacoli che non finiva più, inchiodata,quasi senza respiro, cercai di oltrepassare quella poltrona verde.
Lei era lì seduta incantata con gli occhi fissi fuori dalla finestra a vetri chiusa. Il sole stava donando gli ultimi bagliori, tutto era avvolto dai quei colori caldi , come un manto ricoprivano tutto quello che sfioravano. Lei assorta sognava...Feci un passo indietro intimorita, per un attimo rividi quei sogni, non riuscivo a muovermi. Lei con una leggera moviola volse lo sguardo verso di me; quegli occhi li conoscevo : Intriganti, dolci, sicuri, sognanti colpirono il mio cuore, ero lì sotto quello sguardo bloccata..
“Cosa c'è? “mi domandò,” Non mi conosci?” con istintiva ansia mi avvicinai, aprii la finestra e dopo un lungo e penetrante respiro, con gli occhi che brillavano d'emozione, fui invasa da una folata di calore; i colori, il tramonto, tutta la natura là fuori mi inebriava ed era lì per cogliere le eterne sensazioni. Senza accorgermene mi sedetti su quella poltrona verde, comoda, rassicurante per dare l'ultimo saluto al sole che mi guardava e mi accarezzava con dolcezza infinita. Non volsi lo sguardo indietro, sapevo che lei non c'era più perchè la sentivo dentro di me. Una goccia di sudore scivolò sui miei seni, pelle bianca, impazzita non sapeva dove andare; profumo di vaniglia sulla mia pelle solleticò, la mia voglia, una sensazione nuova, come un gioco di passione pronta a svanire alle prime luci dell'alba
Lia
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