martedì 26 gennaio 2010
EMOZIONI
Emozioni
Si ridestano, ribattono,
bussano emozioni scordate
Aumenta il battito e
lo sguardo scompare.
Si nasconde là,
dove un velo sottile diventa fragile
Con cautela seguo la scia
resiste, attrae e mai muore
Emozioni senza tempo
arrivano, scorazzano e
spazzano via le malinconie
Luce danno al buio stantio
Colano gocce di ghiaccio sbrinato
Movimenti ondulati,
sussulti fermati nel silenzio
di una parola mai detta.
Emozioni
domenica 24 gennaio 2010
BRICIOLE DI SOGNO
Briciole di sogno
Non riesco più a vedere
il tremolio dell'acqua
percorsa dalla brezza
che piacevole l'accarezza.
il dolce e leggero respiro
che timido striscia,
sfiora ,si ferma e balbetta
sulla mia pelle come alito di vita
Il sorriso che spalanca
la porta dell'oltre,
del mistero svelato
come un mondo incantato
Mi rannicchio, mi chiudo a riccio
ed affondo i miei pensieri
nelle briciole che presto
si consumeranno
Non riesco più a vedere
il tremolio dell'acqua
percorsa dalla brezza
che piacevole l'accarezza.
il dolce e leggero respiro
che timido striscia,
sfiora ,si ferma e balbetta
sulla mia pelle come alito di vita
Il sorriso che spalanca
la porta dell'oltre,
del mistero svelato
come un mondo incantato
Mi rannicchio, mi chiudo a riccio
ed affondo i miei pensieri
nelle briciole che presto
si consumeranno
lunedì 18 gennaio 2010
RISUCCHIO ABERRANTE
Foto personale
Risucchio aberrante
Mi treman le gambe
pochi passi e sarò arrivata
Un antico suono
fischietta il vento e
dal mare un profumo sale
Di ricordi una sferzata mi assale,
mi accarezza con dolcezza la brezza e
sfiora le onde una ventata fresca.
Si adagia sulla banchina scivolosa la salsedine.
Mi fermo un pò e.. aspetto.
Vorrei spazzar via quel sale
che scende e che sale,
il mio sguardo cavalca le onde,
guarda lontano, rincorre quel agitato mare
e sparisce all'orizzonte
Risucchio abberrante inaspettato
tutto avvolge. e travolge
Vedo il sole ma fa male.
giovedì 14 gennaio 2010
DANZA CHE INCANTA

Foto web
DANZA CHE INCANTA
Cicaleccio notturno
subbuglio, sussurro
orla la quiete.
Mano attenta
avverte pressando,
un balzo, sobbalzo
languido esplode.
Elica che gira, soffia, canta e
anima la danza.
Neve sciolta divenuta calda
non si ferma, non s'arrende.
Ogni suono scompare
un respiro normale equilibria
quella danza che incanta.
Lia
venerdì 8 gennaio 2010
UN'OMBRA
Un'ombra
Nel cuore, di luci
un gioco scoppietta
Un frastuono di colori
brilla ed anima
il nostalgico torpore
Un fiore sboccia
a tratti inusuali
con calma tendo lo sguardo.
Un'ombra presente
si affaccia e si sporge
quel tanto per non cadere
per non scivolare
nostalgia.
domenica 27 dicembre 2009
VIAGGIO A NAPOLI E DINTORNI - OTTOBRE - NOVEMBRE - 2009 - TERZA PARTE
Il terzo album
di Napoli e dintorni
Vi porterò alla
Reggia di Caserta
Ecco l'album
http://picasaweb.google.it/filosofa51/20091031EDUCATIONALNAPOLIEDINTORNITERZAPARTELAREGGIADICASERTA?authkey=Gv1sRgCKeAiNKBzuC9Ag#slideshow/5403357801677537522
di Napoli e dintorni
Vi porterò alla
Reggia di Caserta
Ecco l'album
http://picasaweb.google.it/filosofa51/20091031EDUCATIONALNAPOLIEDINTORNITERZAPARTELAREGGIADICASERTA?authkey=Gv1sRgCKeAiNKBzuC9Ag#slideshow/5403357801677537522
domenica 13 dicembre 2009
ORNELLA

ORNELLA
L'ora delle visite era appena finita. “ Nemmeno oggi è venuta!”, pensai. In un angolo della stanza, Alberto rannicchiato con la testa china fissava il pavimento. “ Alberto, vieni che leggiamo una bella storia...”, chiesi, nessuna risposta. Erano giorni che la mamma non veniva a trovarlo ed oggi speravo anche io lo facesse!. Con gli occhi fissi alla finestra capii che era inutile, non sarebbe venuta! Sentii il suo sguardo addosso, gli occhi imploranti diventarono lame conficcate nel cuore. Senza dire nulla lo abbracciai e lo tenni stretto al mio cuore. Gli sussurrai “ Mamma ti vuol bene, sono sicura che domani verrà!” Era quasi il tramonto, con un indirizzo in mano percorrevo strade sconosciute. Era il centro storico della città, vie, viuzze, angoli strani balzavano agli occhi, ma non me ne curavo. Avevo chiesto a Melania di accompagnarmi in questa impresa.. Per strada non c'era nessuno, si sentiva chiaramente il rumore dei nostri passi. Il tramonto era alla fine ed il cigolio di qualche saracinesca che si chiudeva alle nostre spalle significava che la sera era prossima. Svoltato l'angolo appoggiati al muro due tipi strani mi fecero sobbalzare, ma non era la paura che in quel momento mi turbava, ma l'assillante desiderio di trovare la mamma di Alberto, Non era luogo, certo per due ragazze sole solette. Ma ero decisa ad andare avanti. “Che cercate? ”, disse uno dei due, che con lo sguardo curioso ci rivolse la parola. In quel momento il mio sguardo si posò sul nome della via. Con un sospiro di sollievo e con una certa sicurezza risposi “ Abbiamo trovato quello che cercavamo grazie” E ci avviammo per trovare il numero esatto. Eravamo cosi intenti che non ci accorgemmo che quei due ci seguivano. Arrivati all'altezza esatta, ci trovammo davanti ad un uscio chiuso, senza ombra di luce, suonammo ripetutamente...nulla! Una voce alle spalle” Se cercate Ornella è dentro”, l'altro “ Ma siete assistenti sociali?”, con tono sarcastico! “Calma “, mi dissi. Stavo per rispondere quando forse per fortuna, qualcuno aprì la porta accanto e con fare educato disse“ No, cercano me, andate e lasciate perdere!”, poi rivolto a me “ prego entrate, accomodatevi!”. Ci guardammo, non avevamo scelta, in un lampo dovevamo fare una scelta. Senza esitare accettai l'offerta. La stanza era in semioscurità in un attimo mi guardai intorno, intanto sentivo i passi fuori che si allontanavano. Angelo era una persona buona, lo capii dallo sguardo, conosceva Ornella ” C'è stata una retata giorni fa nel quartiere. Tu sei Silvana?”, sapeva il mio nome, pensai. Prese un pacchetto dallo scaffale della vetrina e me lo diede,” Doveva portarlo ad Alberto, giorni fa....ma poi...” Rimasi senza parole, guardai Melania, eravamo sorprese. Senza dire nulla tenni quel pacchetto stretto fra le mani..”La prossima volta ti porterò un bel regalo”, avevo in un lampo ricordato le ultime parole di Ornella e gli occhi pieni di luce di Alberto. Un leggero rumore mi riportò alla realtà, una macchina si fermò, ebbi un sobbalzo, la porta si aprì “ Mio figlio vi accompagna a casa” disse Angelo. Salutandomi mi diede un biglietto con il suo numero di cellulare, “ E' più sicuro che mi chiami per sapere la prossima volta!”. Un colloquio fatto di silenzi, sguardi, accenni, congedi senza aver bisogno di sprecare parole. Avrei voluto chiedere diverse cose, ma con fare molto sicuro non me ne diede il tempo! Bastò solo uno sguardo che Gino, il figlio, capì che era ora di andare. E senza fiatare salimmo in macchina. Un po' di domande accorsero a perdifiato nella mia mente. “ Abbiamo fatto bene? Chi è Gino? Il figlio? Con un po' di tensione e senza possibilità di scelta cercai di pensare ad altro. Ad un tratto la macchina si fermò, un gruppo di persone la bloccarono di colpo. Era in atto una lite. .Melania sussurrò “ Ho paura”, le strinsi la mano per darle coraggio, ma dentro di me..un brivido. Senza dire una parola “ State tranquille, se non lo pestano a dovere non si fermano” disse Gino con voce pacata.” Che sarà successo?” gli chiesi. “ Non fate domande è meglio! “ disse Gino. Un silenzio assordante mi bloccò la mente, sentivo il calore della mano di Melania ed un sguardo puntato addosso dallo specchietto. Attimi percepiti come anni di vita. Avrei voluto avvisare qualcuno, ma ero sicura che Gino non melo avrebbe permesso. Con una mano alla maniglia dell'auto, l' altra a Melania fui tormentata sul da farsi. Quegli occhi non mi davano scelta e poi cercavo di mettere a fuoco qualche cabina telefonica nei dintorni , nemmeno una! Poco dopo attraversammo quei vicoli ormai bui, adesso popolati da gruppetti di persone. Un brivido mi percorse la schiena. Ragazze, prostitute aspettavano i clienti, ragazze come Ornella che dietro hanno una storia, dei sentimenti. Alcune scelgono questa strada, altre vi sono costrette. Una realtà che va avanti da secoli. Una realtà che deve far riflettere.
Ornella, ragazza sposata, il marito in carcere, vuole bene al suo bambino, Alberto, avrebbe voluto tenere il figlio, ma preferisce tenerlo lontano. Spera che lui si salvi. Una ragazza rimasta intrappolata, non riesce ad allontanarsi da quella vita. A volte la paura di essere picchiata, maltrattata costringe a questo. Ornella è simbolo di una realtà che esiste e che miete purtroppo vite umane, colpisce soprattutto i bambini che privati dall'amore materno, amore insostituibile, restano con un vuoto dentro per sempre.
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